Il Parlamento europeo voterà in plenaria una proposta di risoluzione sul glifosato, l’erbicida più utilizzato al mondo, che invita la Commissione UE a negare il rinnovo dell’autorizzazione all’utilizzo del glifosato in scadenza il prossimo 30 giugno; commissionare una valutazione scientifica indipendente sulla sostanza; divulgare tutti i dati che l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha utilizzato per la sua valutazione.
Il glifosato è il diserbante che va a braccetto con le colture geneticamente modificate (OGM), soia in primis, il cui DNA è stato modificato da Monsanto per resistere a questo diserbante. In Italia negli ultimi anni l’ISPRA ha raccolto dati sulla presenza di oltre 175 pesticidi nelle acque, superficiali e sotterranee. Tra le sostanze che maggiormente hanno superato i limiti di legge ci sono il glifosato e l’AMPA, un metabolita del glifosato stesso.
Il glifosato, oltre che in agricoltura, è ampiamente impiegato per la pulizia dei margini stradali, delle massicciate ferroviarie e dei binari, e anche in prodotti da giardinaggio e per l’hobbistica. Ciò comporta che agricoltori, semplici passanti e altri operatori possono essere esposti a queste sostanza durante le applicazioni, anche in aree pubbliche, come scuole e giardini, frequentate da bambini.
Un anno fa la IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, aveva classificato il glifosato come “probabile cancerogeno” per le persone, valutando studi che sono a disposizione del pubblico e pubblicati su riviste scientifiche. Lo scorso novembre invece, l’EFSA, in contrasto con il parere dello IARC, aveva definito il glifosato “probabilmente non cancerogeno” per l’uomo. La decisione dell’EFSA non tiene in considerazione diversi studi scientifici pubblicati da riviste internazionali indipendenti che sono stati invece valutati e considerati rilevanti dalla IARC. Prende in considerazione invece dati mai pubblicati e forniti dalle stesse multinazionali che producono e commercializzano il glifosato, in contrasto con le più elementari garanzie di indipendenza e in evidente conflitto d’interessi.
Non solo, in seguito alla richiesta del Commissario europeo per la salute l’EFSA si è rifiutata di divulgare il contenuto di questi lavori inediti perché potrebbero essere lesivi degli interessi dei proprietari del brevetto.
Bibliografia: www.wired.it – www.huffingtonpost.it – www.greenstyle.it – www.ilfoglio.it
Farmacia 3.0 – Rubrica a cura del dott. Alberto Di Muria