“Una preziosa occasione per rilanciare con più forza l’appello alle istituzioni al fine di arrivare a un approccio maggiormente incisivo e concreto per mettere la parola fine al tragico capitolo dell’emergenza morti sul lavoro nel nostro Paese”. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering commenta così la 74^ Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro che si celebrerà domani, domenica 13 ottobre, con manifestazioni e iniziative da Nord a Sud del Paese in nome della prevenzione e della sicurezza sul lavoro.
Un giorno che farà da cassa di risonanza ad un messaggio che da 15 anni l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega lancia mensilmente attraverso la mappatura dei numeri dei decessi e l’elaborazione delle incidenze di mortalità, traducendo il rischio di morte regione per regione e provincia per provincia. Stando alle ultime rilevazioni da gennaio ad agosto del 2024 sono 680 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 507 in occasione di lavoro (7 in più rispetto ad agosto 2023) e 173 in itinere (16 in più rispetto ad agosto 2023). E purtroppo i dati diventano ancor più inquietanti osservando le rilevazioni dell’Osservatorio dei primi semestri degli ultimi quattro anni dal 2021 al 2024.
Nel primo semestre del 2021 l’incidenza media era di 19,7 morti per milione di occupati, nel 2022 di 14,8, nel 2023 di 14,7 e quest’anno risale a 15,4. Va ricordato che nel 2021 è stato particolarmente influente su questi dati il Covid, che ha portato a un aumento degli infortuni mortali registrati dall’Inail nei luoghi di lavoro. Pertanto, la diminuzione degli infortuni mortali tra il 2023 e il 2022 rispetto al precedente biennio (2021-2020) è essenzialmente dovuta alla scomparsa del fenomeno Covid.
Significativa nelle indagini dell’Osservatorio degli ultimi anni è anche l’emergenza maggiormente sentita tra gli stranieri. L’incidenza di mortalità in occasione di lavoro, infatti, è cresciuta da 25,7 nel 2021 a 34,1 nel 2024, mentre per gli italiani è scesa da 19,0 a 13,3.
“Un dato che deve portare a una riflessione urgente per tutelare chi arriva con la speranza di una vita migliore nel nostro Paese – sottolinea Mauro Rossato – perché esprime una volta di più e drammaticamente una profonda carenza di cultura della sicurezza sul lavoro”.
Per quanto concerne i settori più colpiti, nei quattro anni considerati, così come negli ultimi otto mesi del 2024 sono Costruzioni, Attività Manifatturiere, Trasporti e Magazzinaggio e Commercio ad aver fatto rilevare il maggior numero di decessi; con un dato più che preoccupante per il settore delle Costruzioni nell’ultimo semestre. Complice probabilmente anche la graduale ripresa del settore dopo la pandemia e a seguito dei bonus concessi al settore dell’edilizia.
“La ripetizione degli infortuni negli stessi settori nel corso degli anni dovrebbe indurre a un mea culpa collettivo dei datori di lavoro, responsabili della sicurezza, ma anche degli enti di controllo e più in generale del mondo della politica – ribadisce il Presidente dell’Osservatorio – perché è evidente che la cultura della sicurezza deve ottenere consensi e sostegni a 360 gradi al fine di produrre risultati concreti ed efficienti”.
Per questo l’Osservatorio Vega invita gli amministratori del nostro Paese e tutti gli operatori della prevenzione degli infortuni sul lavoro ad investire sulla continua formazione dei lavoratori, a tutti i livelli aziendali senza trascurare lo studio delle modalità con le quali si giunge all’infortunio per aiutare i tecnici impegnati nella valutazione dei rischi e nella riduzione degli infortuni.
“Ad ogni infortunio grave o mortale di un lavoratore corrisponde una carenza sul fronte della sicurezza – incalza Mauro Rossato – ma non ci sono giustificazioni che tengano innanzi a un così elevato numero di vittime”.