Operata per sei volte all’anca, si ritrova oggi a vivere con dolori e a muoversi su una sedia a rotelle. La storia della signora Annamaria Bruzzese, di Muro Lucano, ha davvero dell’incredibile.
Quella della donna murese, non ancora settantenne, dal 2005 è una vera e propria odissea. La sua vicenda è stata raccontata dal programma Rai “I Fatti Vostri”, condotto da Giancarlo Magalli.
La storia della signora Annamaria è giunta alla ribalta nazionale perché si collega con una inchiesta della Procura di Milano, che qualche giorno fa, nell’ambito della sanità, ha portato all’arresto di cinque persone tra imprenditori e medici dell’Istituto Ortopedico Pini-Cto di Milano. Lo stesso dove la donna murese è stata operata. Lo stesso dove, secondo le accuse della Procura, i medici “svendevano” la loro funzione, anche a scapito della salute dei pazienti.
A raccontare l’odissea la stessa signora Annamaria, con la sorella Rosa e con l’avvocato Bruno Sgomo, legale di famiglia. E’ stata operata da uno dei dottori sottoposto agli arresti. Più volte all’anca, sei operazioni in totale.
Inizia tutto nel 2005, quando accusa dei dolori. Il primo intervento a Milano, poi tutto bene fino al 2013. Riecco però i dolori, che sono risultati essere insopportabili. Il ritorno a Milano, dallo stesso dottore che l’aveva operata. E dopo la visita, ecco un nuovo intervento. Fisioterapia, e dieci giorni dopo una lussazione. Da altri controlli, effettuati altrove, la protesi impiantata è risultata essere più corta. Poi una visita in Calabria e il ritorno a Milano, dallo stesso medico, che consiglia ancora una operazione. Effettuata. Ma niente da fare, ancora problemi e ancora interventi. Poi lo stop, forzato, a seguito dei soliti dolori.
“Sto male, sto sempre seduta, a letto – ha sottolineato – Se non fosse per mia sorella e per una signora che mi aiuta, non potrei vivere. Non posso camminare, sono limitata nei movimenti”. Sulla vicenda ci sono due procedimenti, civili e penali, entrambi in corso. Resta però una vita segnata, quasi certamente, come sostengono famiglia e legale, da un caso di malasanità.
– Claudio Buono –