Il Vallo di Diano unito nel nome del calcio, un’idea nata negli anni ’70 da un politico lungimirante come Gerardo Ritorto, prematuramente scomparso, il quale fu il primo a credere che una squadra di calcio potesse essere il veicolo per una reale unità del comprensorio. La sua iniziativa, che precorreva i tempi all’epoca anche per la scelta dell’impianto dove la squadra avrebbe dovuto giocare, non andò in porto.
Dopo quindici anni l’idea viene ripresa da una schiera di quarantenni impegnati nella guida di enti locali con in testa il Presidente della Comunità Montana Vallo di Diano Michele Manzolillo, il quale riuscì a coinvolgere nel suggestivo progetto non solo colleghi di tutti i Comuni ma anche tanti imprenditori che sposarono da subito la brillante iniziativa. Siamo nell’estate del 1985 e il Vallo di Diano ha voglia di emergere e quale migliore trampolino se non una squadra di calcio? Ma la migliore rappresentante sulla piazza era la Pollese con il titolo di Promozione rilevato la stagione precedente dal Sala Consilina. Troppo poco per pensare in grande e confrontarsi in un campionato che oltrepassasse i confini della Campania. Come fare? Due le ipotesi: allestire uno squadrone ammazza campionato e rinviare di un anno l’attesa o acquisire un titolo da un altro sodalizio? Alla fine, anche perché si presenta la ghiotta opportunità fornita dalla dismissione della Rifo Sud Marcianise, viene acquisito il titolo del sodalizio casertano che dà diritto a partecipare al campionato Interregionale per la somma di circa 50 milioni di lire.
E se nell’idea di Gerardo Ritorto il grande sogno si era arenato anche per la scelta del campo, in questa nuova versione l’ostacolo viene superato dalla scelta del Centro Sportivo Meridionale di San Rufo, struttura all’avanguardia che dopo un lungo parto era finalmente pronta per il debutto. Lo stratega del progetto diventa Michele Manzolillo, che dimostra fin da subito di avere idee chiare e concrete. Una miscela che si rivela da subito vincente.
Per la costruzione della squadra si affida al d.s. Antonio Simonetti, di Arzano, abile conoscitore del mondo calcistico, il quale sceglie per la guida tecnica Pasquale Santosuosso. Per il tecnico di Agropoli inizia proprio da questo territorio la carriera di allenatore vincente: ad oggi il timoniere cilentano ha collezionato 10 campionati vinti. L’ultimo in ordine di tempo con la Turris nella stagione appena conclusa, un vero e proprio totem in queste categorie. Simonetti sceglie anche un mix di uomini esperti con in testa Enzo Carannante, vera chioccia. Poi ecco Di Rosa, Pasquariello, Buono e Bognanni di Atena Lucana, come Manzolillo, rientrato nel Vallo di Diano dopo le tante esperienze maturate sui campi pugliesi, per sposare la causa Valdiano.
E tanti giovani promettenti come Cotecchia, Condemi, Vessicchio e Di Vece (per tutti “pesciolino“), divenuto l’uomo della provvidenza con la rete storica nel match più importante che valse il salto tra i professionisti. Ma a noi piace ricordare anche chi giocò di meno come il salese Nico Puglia, Franco Ricciardi di Bellosguardo, Raffaele Polito di Sapri, il portiere Di Giulio, il suo secondo Landi, Di Matteo, Pagano, Piscopo e soprattutto il bomber Puntureri che lasciò la squadra in dieci nella sfida topica con la Vigor Lamezia per una espulsione. Tutti grandi protagonisti che contribuirono a realizzare un grande sogno che purtroppo come tutte le belle favole è durato solo lo spazio di un mattino.
– Gerardo Lobosco –
Carissimo giornalista Lobosco hai dimenticato la promessa valdianese di quei tempi…. Il mitico Franco Cardiello(U’MUCCIACCIO) di San Pietro al TANAGRO
Tempi bellissimi
Forza dai Puntureri tira la bomba , tira la bomba
ero un racchettapalle
azz. .ma non avete messo nella lista. FRANCO CAVA da Sala consilina. ..Un mito.
Vi siete dimenticati Luca Tondi,Nicola lu piattaru,e tutti quelli della mitica beretti del Valdiano giovani promettenti come Mario Di Pietto ,Giancarlo Malattino,Andrea e Carmine Garone ,e tanti altri tuttit talentuosi che poi hanno intrapreso altre strade.