Sono passati 30 anni dalla strage di via D’Amelio a Palermo in cui morirono Paolo Borsellino e la sua scorta composta da Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Emanuela Loi e Eddie Walter Cosina.
L’attentato avvenne 57 giorni dopo quello di Capaci in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
“Non possiamo dimenticare Paolo Borsellino e Giovanni Falcone – dichiara il Presidente della Provincia di Salerno, Michele Strianese – perché incarnano innanzitutto la lotta alla mafia, poi rappresentano il pensiero di un intero Paese, di un’Italia integra che ha ideali e valori da difendere. L’estate del 1992 fu un momento strategico che segnò un passaggio netto tra il prima e il dopo. Se prima Cosa Nostra uccideva e imponeva la sua legge quasi indisturbata, in quei 57 giorni venne capovolto il sentire comune dei cittadini e di tutta la nazione. I due attentati di Capaci e di via D’Amelio scossero in maniera dirompente la coscienza civile di tutti noi. Divenne impossibile dimenticare o fare finta di niente. Oggi come allora abbiamo il dovere di ricordare, come è doveroso ricordare ogni donna e ogni uomo morto nella lotta contro la mafia. Noi come Provincia di Salerno non dimentichiamo.”