Il 3 marzo del 1944, alle ore 00.50, si verificò il più tragico incidente ferroviario che l’Europa ricordi: nella galleria “Delle Armi” di Balvano morirono circa 600 viaggiatori del treno 8017 a causa dell’esalazioni mefitiche sprigionate dalle locomotive a vapore bloccate con i vagoni merci all’interno della cavità sotterranea.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani vuole richiamare alla memoria collettiva un disastro dalle proporzioni incommensurabili.
“L’episodio viene completamente ignorato e dimenticato dai media e dall’opinione pubblica – afferma il Presidente Romano Pesavento -. È incredibile che 600 persone siano morte invano e mai siano stati puniti i responsabili. I tempi erano quelli tragici della miseria nera che attanagliava la penisola italiana a ridosso della conclusione della guerra; le famiglie stremate da anni di privazione cercavano di sopravvivere come potevano, ricorrendo al baratto come extrema ratio. Le 600 vittime si trovavano su quel convoglio partito da Napoli con direzione Potenza per una ragione ben precisa: scambiare qualche oggetto personale con generi di prima necessità. Erano poveri, era gente comune, erano giovani e vecchi, erano affamati, erano esasperati e avevano voglia di ritornare dai propri cari una volta riusciti ad avere qualcosa da mangiare; un lavoro era il sogno di alcuni. Sono morti nel sonno avvolti come una coperta da una nube tossica senza scampo“.
“Ammassati come sacchi di patate i corpi sul piazzale della stazione stavano per essere dati alle fiamme in quanto era impossibile provvedere alla sepoltura – sottolinea Pesavento -; per fortuna venne individuato un terreno adiacente al cimitero dove vennero collocati senza alcun elemento distintivo o un fiore in una fossa comune“.
Il CNDDU auspica che le massime autorità dello Stato, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, conferiscano alla memoria degli scomparsi le dovute celebrazioni e riconoscimenti.
Inoltre, si augura che, in un quadro di approfondimento storico-civico, venga divulgata la vicenda con l’intento di sensibilizzare i giovani circa le tematiche trasversali afferenti ai fatti accaduti.
– Paola Federico –