La Procura di Salerno ha chiesto una condanna a cinque anni di carcere, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nei confronti di due scafisti per la morte delle 26 donne ritrovate cadaveri a bordo della nave spagnola Cantabria nel novembre 2017.
Per i due scafisti, un libico ed un egiziano, è stato inoltre chiesto il riconoscimento di cinque omicidi su ventisei per l’impossibilità di provare che le donne raccolte cadaveri dall’acqua del mare siano morte perché cadute dal barcone che le trasportava. Il Giudice per le Indagini Preliminari Zambrano si è riservata la decisione per il prossimo febbraio.
Il tragico episodio avvenne nel novembre del 2017: secondo gli inquirenti furono almeno cinque le persone morte in quella circostanza ma il mare restituì 26 salme di donne tra i 14 e i 18 anni, di nazionalità nigeriana. Tante, almeno sbarcarono a Salerno, dalla nave spagnola Cantabria dopo che il barcone partito dalla Libia affondò. L’esame autoptico sui corpi delle sfortunate donne ha inoltre confermato la presenza di inaudite violenze.
Quello della Cantabria fu lo sbarco numero 22 al porto commerciale di Salerno: oltre ai ventisei cadaveri c’erano 375 migranti (259 uomini e 116 donne, di cui 9 in stato di gravidanza) che furono poi condotti in minima parte in centri di accoglienza della Campania e per il resto in altre regioni.
Alcune salme delle giovani migranti, occorre ricordare, riposano nei cimiteri di Sala Consilina, Polla, Atena Lucana, Sassano e Montesano sulla Marcellana.
– Claudia Monaco –
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